domenica 16 dicembre 2007

PROGETTO PER UNA TOMBA DI FAMIGLIA

Tale monumento funebre venne costruito dall’architetto nel 1951 coadiuvato in questo dall’impresa costruttrice di proprietà del cavalier Romolo Tonini.

La costruzione venne realizzata nella parte monumentale del cimitero del comune di Udine; se ci si reca sul posto si ha un po' di difficoltà a scovarla, essa è posizionata con il fronte principale che affaccia su di un viale secondario, che conduce dalla parte ovest del cimitero al viale centrale (in asse con la chiesa).


Ultima opera realizzata dall’architetto, quasi volesse essere un triste presagio dell’immediato futuro, la tomba realizzata per la famiglia Veritti è certamente l’opera più nota e quella che riesce a rappresentare in maniera più eclatante il rapporto con la poetica scarpiana. L’opera è il frutto di attenta e sofferta mediazione progettuale come testimoniano i numerosissimi schizzi di studio e le molteplici varianti ipotizzate. La tomba è un evidente e riuscito esempio dell’applicazione dell’insegnamento wrightiano sul rapporto fra architettura e natura. Masieri riduce il sacello ad una sorta di dado scoperchiato sul quale interviene con tagli curvilinei e sottili aperture.
Il progetto è concepito come un piccolo recinto erboso (ora non più tale), racchiuso da muri in massello di botticino di differenti misure. Ad esso si accede da un ampio foro, chiuso, nella parte inferiore, da cancelletto ruotante su perno in ferro brunito decorato da piccole croci che mette in relazione l’interno e l’esterno.
Nella cella il casellario dei loculi è ricoperto da lastre in marmo rosso di differenti misure così da definire una tessitura geometrica e da diversificare, la parete di fondo che reca le iscrizioni dei defunti in caratteri, anch’essi opera di progetto da parte dell’architetto. Un ampio disco di bronzo ossidato, fissato su perni metallici posti sul muro, e sospeso ad un attacco portato da una trave metallica, copre in parte il recinto funerario racchiudente, ora, una piccola pianta d’ulivo andata a sostituire quella originaria. Particolarmente ricercata e tormentata risulta la definizione del cancello d’ingresso che vuol essere quasi una metafora fra il mondo dei vivi e quello dei morti. Masieri dopo aver ipotizzato una chiusura piena a due ante, probabilmente sempre in pietra botticino ruotante su perni metallici, e forata da piccoli inserti quadrati in cui inscrivere il motivo della croce, opta per un’apertura lunata in muntzmetal ruotante su un perno verticale. Questo è affiancato da una lastra a spicchio che regge l’elemento in massello di pietra contenente i fiori. L’opera presenta un continuo compenetrarsi di pieni e di vuoti interrotto dallo spicchio cieco, il bruno del metallo ed il bianco della pietra concorrono a determinare una sintassi del continuo variare in una equilibrata armonia di classiche proporzioni.

2 commenti:

eli ha detto...

Conoscevo la tomba ma non sapevo che fosse di Masieri. Grazie per le informazioni e complimenti per il blog dedicato a un architetto forse un po' dimenticato ma non meno importante di altri più celebrati. Chissà...se non fosse morto così giovane...

macduffmachan ha detto...

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