giovedì 29 novembre 2007

E. N. ROGERS PARLA DI MASIERI

In una conferenza tenutasi il 13 dicembre 1950 a Udine, Rogers parla "dell'Architettura Moderna" (titolo appunto dell'intervento). Basandosi su fotografie da egli stesso scattate in America, Inghilterra, Svezia e Danimarca, sottolinea la presenza di un linguaggio comune nell'ambito dell'architettura moderna basato su canoni estetici, simili, se non uguali.
A questa conferenza partecipa anche Angelo Masieri, rimanendo profondamente colpito dal messaggio "rogeriano"; il giorno seguente egli stesso accompagnerà l'architetto milanese in un giro della città di Udine e delle proprie architettue.
Delle opere di Masieri, Rogers, trae differenti sensazioni e le descrive con differenti aggettivi; bolla di manierismo wrightiano la casa Giacomuzzi mentre rimane favorevolmente colpito dall'edificio della SFE in via Uccellis, definendolo "agile e misurato" che "interpreta un programma tanto chiuso da non offrire risorse ad un architetto meno che dotato a tentarle" (informazioni tratte dalla pubblicazione "Angelo Masieri Architetto 1921-1952, a cura di Massimo Bortolotti, Udine 1995).
Rogers ricorda anche i disegni della villa a Cervignano "splendidamente incisi a matita sottile", ove avverte il tentativo di applicare l'organicismo wrightiano alla rispettosa penetrazione delle caratteristiche del luogo.
Ma è una architettura antica, palladiana che, a detta dell'architetto milanese, coglie l'essenza della poetica masieriana:
"Ma dove colsi, lo spro vivamente, il supremo
anelito delle sie ambizioni fu quando mi condusse a vedere un "Palladio-Wright",
meraviglioso, straordinario"
E cioè Palazzo Antonini:
"qui per un fortunato intervento aggiuntivo di
data recente sull'antica costruzione, lo schema classico, pur sempre così umano
nelle architetture venete, diventa ancor più trepido per il forte aggetto della
nuova gronda affettuosamente protettrice (...). A questa sintesimirava
l'architetto Masieri? A questo dialettico contrappunto della Natura e della
Geometria?"
Rogers formula questi giudizi sulle pagine della
rivista "Metron", rivista che esprime gli ideali e i riferimenti comuni ad una
generazione di artisti che si riconoscevano nei principi della carta dell'APAO
(Associazione per l'architettura organica).

1 commento:

Caterina Salvador ha detto...

Fede com'è che il tuo cognome è sempre più lungo...??!!!???