mercoledì 9 gennaio 2008

VILLA ROMANELLI, Udine 1952

La villa Bortolotto di Cervignano del Friuli, costituisce l’elemento centrale di una trilogia residenziale iniziata con la casa Giacomuzzi e conclusa con la realizzazione, postuma, della Villa Romanelli sempre ad Udine, in una via laterale al viale Venezia. L’idea iniziale ed il primo abbozzo progettuale fu di Masieri (1952), però la villa fu conclusa dagli architetti Carlo Scarpa e Bruno Morassutti fra il 1953 ed il 1955. Scarpa, raccogliendo l’eredità progettuale del suo discepolo, vuole rendergli l’ultimo omaggio scegliendo di realizzare il progetto così com’è, ridisegnando solamente il tetto che Masieri non era riuscito a definire in maniera compiuta. La presenza di tre differenti architetti, seppur accomunati da un’affinità culturale e sensibilità espressiva, contribuisce a rendere quest’architettura un insieme di spunti, riflessioni e frammenti. La villa è quindi il frutto di un “lavoro a più mani” ove però l’ideologia e l’idea dei protagonisti è unica al punto da rendere filologicamente essenziali l’attribuzione degli specifici interventi. L’analisi dei disegni mostra come sin dall’inizio Masieri elabora l’idea di collocare la casa diagonalmente, in un angolo di terreno, inclinata di 30° e 60° rispetto alla strada. Di ritrovano così definiti tre spazi: uno pavimentato in ciottoli, collega la casa all’autorimessa; un altro costituisce sfogo per la cucina e zona servizi ed è delimitato dal muro di cinta e da un pergolato di cemento; il terzo, il più vasto, si apre sul giardino. Il piano terra è quasi completamente occupato, ad esclusione della cucina e dello studiolo, da un unico vasto ambiente di soggiorno articolato su differenti livelli, proteso verso il giardino, ed illuminato da ampie finestrature ad angolo. Il paino superiore ospita le camere ed uno spazio, adibito a biblioteca, che si affaccia sul soggiorno. Il prospetto principale è caratterizzato dall’orizzontalismo della struttura in cemento che “percorre” tutta la casa mettendo in relazione l’ambiente esterno con quello interno. Tale elemento muta la propria funzione: anteriormente è ampia pensilina a protezione dell’ingresso, poi terrazza interna affacciatesi sul soggiorno, infine balcone a servizio delle camere. A questo orizzontalismo si contrappone il verticalismo dei setti che impaginano, in una sorta di ordine gigante, le ampie finest
rature lignee, chiuse, in sommità dall’ampio tetto, elemento che protende verso la natura. L’elemento tetto è internamente rivestito in legno di larice “bucato” da aperture quadrate, disposte secondo una composizione geometrica astratta, che catturano la luce del cielo e si specchiano sulla vasca d’acqua che racchiude esternamente il soggiorno.

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